Non che le elezioni nella mia regione, la Campania, dèstino in me grande motivazione all’espressione del voto; ciò malgrado, avendo l’abitudine di seguire anche la politica locale di Napoli e della sua regione (pur scrivendone poco), parlo dell’imminente voto per il rinnovo del Consiglio regionale e per l’elezione del presidente della Giunta.
Vincenzo De Luca
In parte si tratterà, in tal caso, di un
voto ‘contro’. Per attribuire una preferenza ad uno dei candidati presidente che non sia
Vincenzo De Luca.
Per il voto di lista, ho le mie idee che potrò esprimere nel segreto dell’urna. Per l’elezione del presidente, la scelta è più di tipo personale, dunque la mia esclude De Luca.
Intanto, considero negativamente la decisione dell’Idv e di SEL di non presentarsi in proprio ma di sostenere, alleati in coalizione, quel De Luca su cui questi partiti avevano sollevato dubbi e critiche in merito alle inchieste in cui è visto coinvolto. Ma, in primis, la questione politica è e si fonde, inevitabilmente in elezioni di tal genere, nella personalizzazione della politica.
Non è la prima volta, nell’ambito locale campano, che quelle ed altre formazioni politiche predicano bene e razzolano male; un detto che potrebbe piacere a Di Pietro ma che in questa sua scelta di sostenere De Luca gli si può rivolgere contro. De Magistris, invece, si era dichiarato contrario ad appoggiare il sindaco di Salerno. Il compromesso al ribasso ha purtroppo avuto la meglio.
Ma veniamo a colui di cui si parla. Per citare brevi motivazioni contrarie, la prima che mi viene in mente è un’opinione sul suo atteggiamento, sull’arroganza. In campagna elettorale, lo ha più volte reso evidente con espressioni come “mi devono pagare“, riferendosi ad un eventuale confronto (eluso) con gli altri candidati, specie con Ferrero e Fico.
Percepisce la sua partecipazione ad un confronto politico al pari di una fornitura di un prodotto commerciale?
Sono tanti i maltrattamenti verbali di cui “lo sceriffo”, un soprannome che gli è stato dato, ha usato in questi mesi di campagna elettorale; perfino minacce come quella rivolta a Travaglio con “spero di incontrarlo di notte al buio“. Considerando che non solo in questi ma anche in più sereni eloqui digrigna i denti, il suo stile mi appare un po’ ‘violento’ e non un semplice decisionismo dell’uomo del fare come egli si ritiene.
Aggiungiamo, non con sorpresa, che non disdegna apprezzamenti verso Berlusconi e che si è dichiarato di destra europea. I commenti che fa su altri sono quasi unicamente tesi non a confrontarsi sugli argomenti ma ad offendere gratuitamente (ma forse vorrebbe essere pagato anche per questo) la persona, che per lui è un ‘nemico’, quando addirittura “non esistente” per cui non può confrontarsi con il “nulla”. Questo modo d’intendere la politica, per certi versi non dissimile da quello di Berlusconi, offende ogni vero democratico. Rinvio, a tal proposito, ad un articolo (“E De Luca offende come il Cavaliere”) di Fabio Ciaramelli.
Questi sono alcuni tratti salienti di un candidato (a ‘Governatore’ si vota una persona-candidato) che i piddini (che lo presentano comunque come proprio e da cui lui si smarca ad ogni occasione) ed altri elettori di centro-sinistra e non identificati potrebbero votare; con quale piacere e convinzione? Non può bastare quella di non essere il candidato di Berlusconi ma quello dell’altra principale parte politica (per così dire). Considererei negativa una scelta automatica e un po’ acritica di elettori di quel partito (Pd) e di altri dello stesso schieramento di associare il loro voto di lista a quello di De Luca. (Ricordiamo che è possibile, direi auspicabile per essi, il voto disgiunto; si può votare una lista e non per forza il candidato da essa sostenuto, contrassegnando anche il nome di un candidato presidente appoggiato da altra o altre liste).
Infine, per chi non lo conoscesse bene, il candidato De Luca ha espresso in svariate occasioni più lontane nel tempo (non ultimamente, per ragioni di convenienza elettorale) sentimenti e dichiarazioni contro Napoli e i napoletani, a volte in via sottesa altre volte in modo palese. E si candida a governare una regione di cui Napoli è il capoluogo, oltre ad essere la cosiddetta ‘capitale’ del Mezzogiorno.
Chiudo dunque questo breve intervento personale, così dovuto al poco tempo a disposizione, con un video in cui De Luca, tifoso della Salernitana, si compiace di certi cori contro i napoletani.
Secondo qualcuno, non è buona politica utilizzare il calcio come elemento di propaganda (negativa in questo caso) ma penso si adatti a quel modo d’intendere la politica.
Da Bassolino a De Luca, non credo si possa “cambiare tutto”, come recita uno scontato slogan della sua campagna..per cambiare davvero, meglio scegliere un altro tra i candidati presidente.
Uno qualunque fuorché De Luca.
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