Elezioni e Porcellum. Tempo di un parziale “outing”

5 12 2013


Apprendere, ieri, della pronuncia della Corte costituzionale sul cd. “Porcellum” (legge 21 dicembre 2005, n. 270), d’incostituzionalità della legge elettorale per parti relative all’impossibilità di poter esprimere una preferenza (personale) nelle liste di candidatura e sul premio di maggioranza, ha fornito conferma ed ulteriore sostegno alle motivazioni in base alle quali non effettuai la scelta di voto tra le liste presenti alle elezioni politiche del febbraio di quest’anno.
La mia coscienza, ora, ne trae rinnovato giovamento.

Non volevo sentirmi partecipe di quanto, com’era evidente e previsto, sarebbe stato costituzionalmente illegittimo; non potevo scegliere tra sole liste bloccate, senza voto di preferenza e con un premio di maggioranza privo di un’adeguata soglia.

Il Parlamento è un’istituzione di cui ho grande rispetto e proprio per questo, attualmente ritengo la sua composizione quantomeno sostanzialmente illegittima; ciò vale anche per dei passaggi che hanno fatto seguito al suo insediamento. Si dovrebbe, inoltre, tener conto che per parte dei deputati non è ancora avvenuta la convalida dell’elezione e che adesso è intervenuta una sentenza in proposito.

Come da titolo di un commento del Prof. Massimo Villone, ordinario di Diritto costituzionale all’Università degli Studi Federico II di Napoli, la Corte ha scelto la via maestra, la Costituzione.

E il commento di Piero Alberto Capotosti, Presidente emerito della Corte costituzionale:
“[…] La sentenza entrerà in vigore quando sarà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, presumibilmente verso la fine di gennaio. Ma il giorno dopo, i deputati che sono stati eletti grazie al premio di maggioranza diventano illegittimi”. […] Dal giorno dopo la pubblicazione della sentenza questo Parlamento è esautorato perché eletto in base a una legge dichiarata incostituzionale”.





La Costituzione è la via maestra

12 10 2013
Costituzione: la via maestra

Costituzione: la via maestra


Il Tg1 RAI delle h. 13:30, per es., non ne ha fatto cenno ma sin dalla mattina di oggi, 12 ottobre, in molti tra residenti e persone provenienti da tutta Italia sono in corteo a Roma per partecipare alla manifestazione nazionale per la Costituzione: la via maestra, iniziativa promossa da alcuni eminenti giuristi e da altre stimate personalità pubbliche, quali – in ordine alfabetico, Lorenza Carlassare, Don Luigi Ciotti, Maurizio Landini, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky.
Ecco un passaggio saliente del loro appello: “La difesa della Costituzione è innanzitutto la promozione di un’idea di società, divergente da quella di coloro che hanno operato finora tacitamente per svuotarla e, ora, operano per manometterla formalmente. […] Non è la difesa d’un passato che non può ritornare, ma un programma per un futuro da costruire in Italia e in Europa.”

Perché la Costituzione repubblicana è la via maestra da seguire, attuare, applicare prima che la sua disponibilità collettiva venga delegata in toto, dall’attuale governo, ad un gruppo ristretto di cosiddetti “saggi” (la Commissione per le riforme costituzionali, da cui si sono dimesse, plauso a loro, Lorenza Carlassare e Nadia Urbinati), i quali nel loro insieme sembra vogliano manometterla in certi punti fino a correre il rischio di cancellarne princìpi fondanti e aspetti fondamentali di garanzia che furono opera dei padri costituenti.

“NO”, per es., alla modifica dell’art. 138 Cost. sulla revisione costituzionale, che derogato o modificato potrebbe portare verso altre forme di Stato e di governo, da quello del Primo Ministro o del “premierato forte” (all’inglese) al (semi)presidenzialismo, con l’indebolimento del profilo della già in parte attualmente esautorata democrazia parlamentare.





Silvio Berlusconi, condannato, è un pregiudicato. Finalmente

1 08 2013
Silvio Berlusconi pregiudicato

PREGIUDICATO

(immagine, dimensionata, tratta dalla pagina Facebook di Il Fatto Quotidiano)





Sulla ripetitività in politica del “fare”

20 06 2013


Nella “copertina” di Ballarò, Maurizio Crozza ha commentato, con il suo consueto umorismo, il cosiddetto “decreto del fare“:

(audiovideo da youtube.com: Ballarò – Maurizio Crozza del 18/06/13 – rai)


E di tal “Decreto (del) Fare” dell’esecutivo a guida Letta, si legge più seri un primo succinto giudizio, dotato di efficacia riassuntiva, su lavoce.info: “sembra un classico ‘milleproroghe’. Zero priorità, una modica quantità di demagogia, molti interventi minimali, anche buoni ma di corto respiro…Vero che si cambia il paese anche coi piccoli interventi. Ma qui ci vuole il microscopio…” (“il testo integrale è disponibile sul sito www.lavoce.info“).

Ma poi, questa semantica, questo concetto generico del “fare”, farà bene? Farà male? Un fare purché si faccia qualcosa? (intanto la terza, avranno pensato gli ideatori). O ancora, in parte fare e in parte non fare. Forse richiama anche il più recente “Fare per fermare il declino” del sembrò ‘plurititolato’ giornalista Giannino? E il “governo del fare” del 2008? Abbiamo visto quale fine Berlusconi gli abbia fatto fare. E Bersani, ora con il suo “Fare il PD” (ancora?!). E quanti altri, riciclati usi.

La strategia comunicativa di scelta e utilizzo del termine “fare”, in politica, appare abusata e un po’ demagogica. Un verbo impiegato ripetutamente e ciclicamente da cosiddetti leader, a titolo individuale o a capo di governi o partiti, allo scopo di essere percepiti come guidati da un atteggiamento pragmatico le cui azioni sarebbero orientate alla messa in atto risolutiva di propositi, che il più delle volte si rivelano essere generici o scarsamente realizzabili o di poco conto; finora, questi portatori di fare e il termine stesso hanno in concreto incontrato inesorabili insuccessi, in associazione a sconfitte e illusioni politiche ed elettorali nazionali. Vedremo quello di adesso quanto di apprezzabile, innovativo e consistente saprà portare al di là di tale solita, poco credibile ed entusiasmante, ripetitività terminologica.





Festa dell’Europa 2013; a Napoli, a “Città della Scienza”

9 05 2013


La Festa dell’Europa 2013 (Europe Day), oggi 9 maggio, a Napoli si celebra anche quest’anno e per più giorni a “Città della Scienza“, come negli anni precedenti.

In specie con e per i giovani e gli studenti, (ri)costruiamo il “Science Centre” e più spazio ai diritti di cittadinanza europea (2013 Anno europeo dei cittadini).

9 mai 2013 - Journée de l'Europe

9 mai – Journée de l’Europe. Affiche 2013: L’ENJEU, C’EST L’EUROPE IL S’AGIT DE VOUS (europa.eu, © Union européenne, 1995-2013)





Voto utile, inutile o non voto. Illusioni dell’elettore

22 02 2013
Tanto va lo schiavo alle urne che si sente cittadino

“Tanto va lo schiavo alle urne che si sente cittadino” (immagine da: “operettemurali.wordpress.com”


A poche ore dall’apertura dei seggi ma ancora in tempo di campagna elettorale, mai come stavolta è forte la tentazione del “non voto”, espresso nel seggio o attraverso l’astensione.

In tanti ci eravamo quasi ripromessi, dopo quella volta nel 2008, che non sarebbe stato accettabile l’andare a votare nuovamente con il cosiddetto “Porcellum”, la legge elettorale “porcata” che tuttora non ci permette di scegliere davvero la persona, il/la candidato/a che vogliamo ci rappresenti. Ed eccoci alle elezioni del 24 e 25 febbraio 2013, intenti a valutare su quale/i simboletto/i (due schede) mettere la nostra crocettina, un voting system for dummies, un metodo di svilimento dell’espressione di voto (e del votante).

Ultime ore di propaganda, si diceva. Di una campagna elettorale a tratti oscena, con le consuete violazioni delle regole televisive sulla par condicio, con immancabili manifesti abusivi e che ha trovato il suo culmine nella per nulla nuova proposta/promessa di Berlusconi sulla restituzione dell’IMU (del 2012, sulla prima casa), comunicata tramite missiva su cui le Procure indagano per eventuali configurazioni di reato di “voto di scambio”.
C’è stata una predominanza del tema dell’IMU ma, pur se a tanti piacerebbe l’eliminazione di questa tassa sulla prima casa (così come proposto anche da altri), bisognerebbe intuire se una sua cancellazione comporterebbe un aumento della stessa sulle seconde case; con la conseguenza ulteriore che per quelle date in affitto, il maggior onere potrebbe finire per l’essere scaricato verosimilmente sui giovani, sui precari che non hanno possibilità attualmente di poter accedere ad un mutuo e acquistare una propria casa. Ma a chi frega dei giovani? Nei loro confronti, per combattere la disoccupazione e la sottoccupazione giovanile di cui poco si è parlato, tutto sarebbe risolto dal pagamento o meno dell’IMU?!

Promessopoli, dunque, in questo periodo è stata affollata come al solito; ma ciò che conta, anche e soprattutto in politica, non sono i programmi copia e incolla né le promesse ma i fatti, la credibilità e la coerenza nel tempo.
Non sono credibili e risultano perfino inefficaci anche certe strategie d’immagine; pensiamo a quella che in pochi giorni ha visto un leader dopo l’altro tenere in braccio dei cagnolini. Il cane “Trozzi” (o “Empy”) in braccio a Monti (malconsigliato dal consulente americano di Obama, David Axelrod), la cagnetta per Berlusconi, se solo avessero potuto esprimersi questi inconsapevoli, sfruttati animali!

E poi, gli insopportabili e ossessionanti appelli al “voto utile”, che non esiste. Il voto o è libero e sempre utile o non è. Leggi il seguito di questo post »





Studenti all’estero/Erasmus. La volontà di (non) facilitare il loro voto

23 01 2013
Studenti italiani che non potranno votare alle prossime elezioni

“Studenti italiani che non potranno votare alle prossime elezioni” (immagine da www.facebook.com/studentiesclusidalvoto)


Piuttosto che colmare il vuoto legislativo per cui alcune categorie di connazionali temporaneamente all’estero, tra cui gli studenti Erasmus, non sono contemplate dalle disposizioni per le elezioni politiche 2013 per votare nel Paese ospitante, il Governo dimissionario Monti – avvezzo come altri a ‘decretini’-legge e voti di fiducia – ha motivato l’impossibilità di intervenire per “difficoltà insuperabili…soprattutto, di costituzionalità”. Quando manca la volontà di facilitare loro il voto.

Non è ad esso che spetta il giudizio ultimo di costituzionalità e inoltre, s’intenda il voto a distanza (per es. presso le ambasciate, i consolati, per corrispondenza) per tutti coloro che si trovano temporaneamente all’estero per motivi di studio, con borsa Erasmus, senza, da free mover ecc. E c’è anche la difficoltà degli studenti fuori sede nei nostri confini. Si dovrebbe parlare di inclusione ed estensione, non di selezione di una categoria; il Governo, dunque, riferendosi solo agli Erasmus, inventa scuse che non stanno in piedi. E nel comunicato al seguito del Consiglio dei ministri si trova anche l’indecenza di un rinvio della discussione ad una riforma elettorale, quella che non hanno voluto fare pressoché tutte le forze politiche al momento presenti in Parlamento.

Gli studenti italiani all’estero sono da considerarsi inoltre in cosiddetta “missione internazionale” più di altri, Forze armate e Forze di polizia che sono categorie aventi tale diritto al voto. Rappresentando un’avanguardia culturale, cercano di “salvare la faccia”, se ancora possibile, a questo paese tra le macerie. Ma il Governo italiano in scadenza, non diverso da quelli che lo hanno preceduto e da quelli che potrebbero seguirlo, diciamo anche lo Stato italiano li discrimina (potrebbe almeno concedere il volo a/r? Piuttosto ha acquistato gli aerei caccia F-35, al tempo con il sostegno anche del Partito democratico di Bersani che ora, in campagna elettorale, ne chiede lo stop) e gli fa anche comodo che non votino, considerato il timore nazionale dei loro cervelli all’estero, non inscatolati nella televisione.

Crescono sempre più le vergogne di questo arretrato paese (apposta scritto e riscritto con la minuscola). Già il voto in sé del corpo elettorale in Italia conta poco e spesso non è rispettato; questo ulteriore, persistente deficit di democrazia e di diritti per gli studenti italiani che non potranno votare per le prossime elezioni (di fatto) dovrebbe far riflettere ancor più, tra chi potrebbe farlo in Italia, per decidere cosa (simbolo) e perfino se ha valore votare.





Commento sul seminario-incontro a Napoli con Jacques Séguéla

11 07 2012
Presidente da vendere - Copertina

Copertina del libro Presidente da vendere, di Jacques Séguéla


Considerato uno dei più grandi pubblicitari al mondo e una personalità della comunicazione pubblicitaria-elettorale, Jacques Séguéla è stato ospite-star di un seminario-evento tenutosi venerdì 29 giugno presso l’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa” di Napoli e organizzato dall’Istituto Superiore di Comunicazione “ILAS” di Napoli.

Autore di alcuni testi noti, in Italia pubblicati da Fausto Lupetti editore di comunicazione, tra cui per il versante advertising è ‘d’obbligo’ citare Non dite a mia madre che faccio il pubblicitario…Lei mi crede pianista in un bordello, trad. it. di Paolo Grimaldi, Milano, 1986 (ed. or.: Ne dite pas à ma mère que je suis dans la publicité…Elle me croit pianiste dans un bordel, Flammarion, Parigi, 1979) e Hollywood lava più bianco. Il manifesto della pubblicità spettacolo, trad. it. di Paolo Grimaldi, Milano, 1985 (ed. or.: Hollywood lave plus blanc, Flammarion, Parigi, 1982), il bébé (autodefinizione) 78enne pubblicitario francese suscita il mio interesse di studi e professionale grazie alla sua reputazione quale artefice di successi elettorali; a partire da quello più famoso di François Mitterrand, che nel 1981 fu il primo socialista della “Quinta Repubblica” francese eletto all’Eliseo, con il celebre sloganLa Force Tranquille” (trad.: “La forza tranquilla”). A questo, si aggiungano altre campagne elettorali presidenziali vinte in diversi paesi, con un record di 18 su 20; perse quella del 2002 per un altro socialista francese, Lionel Jospin. Sono venuto così a conoscenza del suo recente libro (uscito in Italia prima che in Francia) Presidente da vendere, con Domenico Pasquariello, Milano, 2010.

Posto che non è mia intenzione discuterne le qualità di pubblicitario, testimoniate da tanti successi per marche francesi diffuse nel mondo intero, desidero condividere alcuni commenti personali – in ambito politico – rispetto a quanto ascoltato dal vivo; qualche riflessione che vada al di là dei tanti applausi che la platea di studenti e comunicatori gli ha tributato al momento e dei commenti di stima diffusi anche nei giorni successivi sull’apposita pagina-evento su Facebook “Jacques Séguéla a Napoli per parlare di comunicazione”. Aggiungo di basarmi sullo speech in versione italiana della brava traduttrice simultanea, pur seguendo anche in lingua originale francese i contributi di Séguéla; è possibile vederne e ascoltarne parte in alcuni video (a cura di Pasquale Popolizio).

Per quanto riguarda l’ambito pubblicitario commerciale, come premesso, poco da ri-dire. Da spettatore comune, voglio notare che diverse sono state le video-réclame mostrate durante l’incontro con protagonisti dei bambini, dunque minori; pur destando un’ilarità che “funziona”, una parte della rassegna video che non ha incontrato particolarmente il mio favore a causa della insistita partecipazione di questi, peraltro quando si tratta di pubblicizzare condom e che ne costituirebbe il legame concettuale.

Venendo piuttosto all’ambito politico che più mi compete, annoto alcuni punti che non mi hanno convinto, esercizio più interessante rispetto a quello opposto. Leggi il seguito di questo post »





I soliti tre partiti scelgono i propri nominati per le Authority

6 06 2012

(Conferenza stampa di alcuni tra i contrari, video di antefattoblog” da YouTube.com)


I soliti tre partiti Pd, Pdl, Udc hanno perso l’ennesima occasione, oggi alla Camera e al Senato, di recuperare un po’ di consenso nell’opinione pubblica. I controllati hanno infatti scelto i propri controllori, nominando i nuovi componenti della “Agcom” (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) e della c.d. “Authority per la Privacy” (Autorità garante per la protezione dei dati personali) attraverso il consueto uso partitocratico della lottizzazione e spartizione di poltrone.
Un accordo su un voto tripartisan a cui, bene specificarlo, non hanno partecipato alcuni parlamentari tra cui Giuseppe Giulietti (Gruppo Misto e portavoce di Articolo 21), Pancho Pardi (Idv), Arturo Parisi (Pd), Ignazio Marino (Pd), altre forze politiche pur presenti in Parlamento come l’Idv e i Radicali. Anche al di fuori, altri hanno espresso il loro dissenso, tra cui Beppe Grillo e Nichi Vendola per SEL.

Pur avendo avuto la possibilità di cambiare logica, hanno adottato quella dell’arrocco e inciucio a difesa del proprio potere. Accettando di ricevere i curricula di ‘possibili’ candidati, hanno persino preso in giro i cittadini, la società civile, le associazioni riunitesi in iniziative come “Open Media Coalition” che avevano chiesto, in nome anche della trasparenza e dell’auspicata indipendenza delle figure professionali da individuare, un diverso metodo di scelta, slegato dall’appartenenza politica, di coloro che per sette anni (in carica quanto il presidente della Repubblica) avranno un importante ruolo di controllo sulla correttezza e sulla libertà dell’informazione anche in Rete, dei media, dei dati personali.

Tale decisione rende questi partiti ancor più avulsi dalle istanze di democraticità e partecipazione civica di chi ha cuore le sorti del Paese. Forse, meglio, saranno maggiormente soggetti ad essere spazzati via.

Stefano Rodotà, professionalità di livello indiscutibile sul tema, su repubblica.it: “Mi pare sia stato fatto un gravissimo errore considerando l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema delle candidature. Non ascoltare i cittadini produce sempre danni alla democrazia”.





Festa della Repubblica con sobrietà

2 06 2012


Post sobrio con auguri.

Si alla sobrietà, no alla parata militare; celebriamo così la Festa del 2 giugno per la Repubblica italiana.