(Video “Grandi, grandi, grandi…” da beppegrillo.it – YouTube.com)
La tornata di elezioni amministrative del 6 e 7 maggio potrebbe aver più chiaramente indicato, piuttosto che la crescita della disaffezione secondo uno sguardo ‘breve’ incentrato su una minore affluenza alle urne, un percorso ormai intrapreso: un rinnovato rapporto di partecipazione alla res publica da parte di cittadini che votano altri cittadini, non più così disposti ad affidarsi ai cd. “partiti tradizionali”.
Partiti che, qualcuno più altri meno, arrancano. Il Pd “tiene”, la Lega e altri calano ma è soprattutto il Pdl, posto (per ora?) in sordina il suo comandante Berlusconi il quale neppure ammette la sconfitta – e ciò è un bene per gli altri, potrebbe perdere ancor più la prossima volta -, si sta inabissando come il Titanic (però, onore ai caduti di quella tragedia), riducendosi in alcuni territori fino a percentuali da partitino minore; potrebbero cambiarne il nome, con la classica operazione di plastica pre-elettorale e anche prodigarsi economicamente in quella iniziativa annunciata recentemente da Alfano, che con Berlusconi darà un volto nuovo, dicono, alla politica italiana. Se però i suoi rappresentanti resteranno quelli che ancora vediamo in tv e che potremmo forse trovare più spesso sulla Rete, la sopravvivenza non dovrebbe durare molto.
Dunque c’è l’irrompere del MoVimento 5 Stelle, una forza politica non con “forma partito”, non affetta da ideologie del passato, non definibile mediante l’uso di semplicistiche categorizzazioni da manuale come “grillismo” e simili, costituita da una lista autonoma “certificata” dal suo ideatore Beppe Grillo. Vi sono le invettive tipiche del “personaggio”, che struggono le menti di osservatori della contemplazione e di qualche politico fine come Vendola – il quale nelle ultime settimane, con l’uso di toni offensivi personali verso Grillo, ha fatto diverse cadute di stile. Ma i partiti e gli osservatori capaci di guardare oltre (e ve sono, viene in mente Ilvo Diamanti che infatti non sottovaluta i fenomeni di cambiamento) dovrebbero (?) comprendere che il registro linguistico di un comico o ex tale che agisce da megafono dell’attenzione non racchiude l’impegno di attivisti, cittadini e candidati del MoVimento, i quali anche con toni pacati portano avanti idee, tradotte in proposte concrete in rapporto ai territori, sullo sfondo di un programma nazionale che pure c’è ed è sui siti di riferimento. I punti del programma spesso vengono perfino copiati da altri, anche dai partiti, sulla carta.
Questi cittadini-candidati, tra cui tanti giovani di cultura anche politica ma indipendente, che si autofinanziano con pochi euro e fanno campagna elettorale pressoché a costo zero su internet, che come MoVimento a differenza di tutti gli altri (i partiti) non intascano i rimborsi elettorali (già finanziamento pubblico dei partiti) che vengono volontariamente rifiutati e lasciati nella casse dello Stato affinché quel denaro possa essere usato per altri nobili fini, rappresentano la vera, Politica. E se ne riappropriano allorché i partiti tradizionalmente si (pre)occupano del popolamento di cariche per i propri adepti e dell’accumulo di denaro pubblico (poi utilizzato a fini privatistici, come le indagini in corso parlano per i casi Lusi, Bossi ecc.), elementi che fanno di tali partiti, loro si, l’anti-politica. Che è cosa diversa da un’anti-partitocrazia, difficile da distinguere per un po’ di giornalisti e politici dal pensiero unico e limitato, così impegnati nel tentare di denigrare il “personaggio politico” Grillo.
Non è grave, a parere di chi scrive, che Napolitano abbia risposto a precisa domanda di non vedere alcun boom in queste elezioni; ora, se per “boom” possiamo anche intendere la sorpresa e non solo i numeri, non era inatteso l’esito elettorale del laborioso impegno che da due anni e mezzo circa porta avanti il MoVimento 5 Stelle, a partire dai territori locali, con una crescita costante e un potenziale ancora inespresso, specie al Sud. Se ne accorgono ora, forse, i partiti. Nei giorni scorsi, cercando di correre ai ripari con un fuoco concentrico, tutti contro Grillo, demonizzandolo per paura della propria inadeguatezza e dei propri elettori. Come ha invitato a fare Grillo, certi politici continuino pure ad attaccarlo, descrivendolo con termini offensivi alla stregua di quelli comico-provocatori a lui criticati; per i cd. “grillini” e il MoVimento 5 Stelle va bene continuare così, così come per Grillo che aggiunge, in uno dei suoi più recenti post: “ci vediamo in Parlamento”.
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