Il ricandidato presidente Obama ‘termina’ la dipartita di Bin Laden

4 05 2011

Fatto sparire (ora?) Bin Laden, riprenderà quota la ricandidatura di Obama?

Obama-Terminator

Obama-Terminator

(immagine tratta da: beppegrillo.it)


Di foto ritoccate di Osama Bin Laden abbonda non solo il web ma, come continuiamo a constatare, anche la stampa tradizionale e le agenzie, malgrado la presunta maggior professionalità nell’uso e nella verifica delle immagini/fonti; prendo allora in prestito il fotomontaggio pubblicato sul blog di Beppe Grillo, che mi appare come l’immagine più credibile di questi giorni e sposto brevemente l’attenzione sul possibile maggior beneficiario della dipartita di Bin Laden, il nuovamente candidato alla Presidenza degli Stati Uniti d’America Barack Obama.

Perché una questione, indubbiamente, è la seguente: fatto sparire Bin Laden, riprenderà quota la ricandidatura di Obama? Quale che sarà il risvolto elettorale, anche a distanza di tempo e nel rapporto tra l’aspetto emotivo del momento e quello razionale di bilancio del primo mandato, l’ennesima notizia della morte di Osama, raccontata in modo incerto dalla stampa americana e confrontata con qualche dichiarazione stranamente cauta proveniente da fonti del governo americano, lascia un po’ di dubbi in tanti, tra cui un autorevole giornalista quale Giulietto Chiesa (video da youtube.com)

Buchi, illogicità, tempistica piuttosto breve (40 minuti) dell’operazione anche in rapporto ad un territorio geografico piuttosto ampio fatto teatro dell’intera vicenda, esame immediato del DNA, attraversamento di due Stati (passaggio in Afghanistan e poi tutto il Pakistan partendo dal suo nord di Abbottabad) conclusosi con rapida sepoltura in un mare (?!) (che non è quello dell’Afghanistan anche perché non c’è) di un volto, di un corpo ancora senza immagini credibili (stanno ‘fabbricando’ un video che forse verrà diffuso nei prossimi giorni e per quanto riguarda le foto dell’ucciso, sono “atroci” fa sapere l’amministrazione USA che continua a prendere tempo) e altri particolari non danno certezze; anzi, rinfocolano ipotesi e dichiarazioni passate secondo cui Osama sarebbe morto da anni e che dunque Obama abbia deciso di ‘terminarlo’ in questi giorni, forse perché avutane notizia certa, per risalire nel grado attualmente basso di consenso tra gli elettori.

Ad ogni buona verità, il mio resterà un punto di vista minoritario; tuttavia, io non festeggio la morte di qualcuno, un uomo seppur un terrorista e altro, ucciso e con un’arma da fuoco, con un colpo alla testa (darebbe segni atroci?) da chi di preciso non si sa ancora e poco cambia. Per l’ennesima operazione di morte, fatta da un Paese che si ritiene espressione della migliore democrazia nel mondo, tale da esportare con armi, invasioni e occupazioni, cui si lasciano trascinare altri paesi, compreso il nostro. Una cultura diversa da quella della vittoria della morte comporterebbe una cattura da vivo per un giusto processo e non una giustizia sommaria che “è fatta”.

E visto che ora mi trovo ad esprimere opinioni in tema di guerra e di morti, penso che i bombardamenti sulla Libia non siano ricompresi nell’alveo della famosa risoluzione Onu spesso citata come autorizzazione e che, diversamente dal benestare del presidente della Repubblica, la partecipazione attiva del nostro Paese non rispetti l’art. 11 della nostra Costituzione.